Le infezioni alle ferite sono state un problema per la chirurgia fino al XIX secolo. La maggior parte degli esperti medici suppone che siano dei processi all’interno del corpo a causare il «fuoco». Fu solo dopo l’avvento della batteriologia che i medici cominciarono ad associare le infezioni ai microrganismi. Di conseguenza, gli ospedali cercano di combattere gli agenti patogeni in sala operatoria. Solo quando l’area chirurgica viene trattata con un disinfettante prima dell’uso e successivamente gli strumenti e i materiali vengono sterilizzati in anticipo, le infezioni alle ferite diminuiscono.
«Nebilizzatore di acido carbolico»
Il medico britannico Joseph Lister si occupa di ricerche sul batteriologo Louis Pasteur e inizia a sospettare che i microorganismi dall’esterno infettino le ferite. Di conseguenza, propaga un metodo di riduzione dei germi per la prima volta negli anni ‘60 del XIX secolo. A questo scopo, Lister sviluppa un atomizzatore a vapore per il disinfettante di acido carbolico. Prima degli interventi, una «nebbia di acido carbolicol» viene introdotta nella stanza in modo da uccidere gli agenti patogeni.
Abbigliamento da lavoro
Con gli sforzi per ridurre i germi (antisepsi) e garantire l’asepsi, anche l’abbigliamento chirurgico si evolve. Per molto tempo, i chirurghi operano in abiti normali, ad esempio in cappotti scuri. Alla fine del XIX secolo, il personale delle sale operatorie inizia gradualmente a indossare camici bianchi, guanti e maschere facciali, distinguendosi dai predecessori. Tuttavia, il colore bianco porta anche dei problemi: è accecante e stancante. I colori verdi e blu di oggi evitano l’effetto postumo delle macchie di sangue e si dice anche che abbiano un effetto calmante sui pazienti.
Materiale monouso
Al fine di ridurre ulteriormente il rischio di infezioni, gli ospedali ricorrono sempre più a kit chirurgici monouso a partire dagli anni ’80. Questi kit contengono drappi, camici chirurgici, contenitore e a volte anche strumenti che vengono smaltiti nei rifiuti dopo l’operazione. Ciò che è sensato per ragioni igieniche, tuttavia, viene criticato per via dell’aumento dei rifiuti.
Impianti di sterilizzazione
Intorno al 1900, i chirurghi, in stretta collaborazione con i batteriologi, espandono le misure contro le infezioni alle ferite. Non cercano di eliminare gli agenti patogeni in sala operatoria, ma di tenerli lontani fin dall’inizio. Ospedali come l’Inselspital vengono provvisti di lì a poco di grandi impianti di sterilizzazione che sterilizzeranno strumenti, medicazioni e indumenti da lavoro con aria secca o vapore. Il materiale viene messo in contenitori di metallo. Le pareti laterali di questi contenitori hanno piccole aperture attraverso le quali entra il vapore.